Faccio i conti

Piove appena. È tutto il giorno che provo a non pensare, ma non sono brava. Non lo sono mai. Credo di aver sempre deluso tutti. Avevo quattordici anni quando stavo aspettando al bordo della strada la mamma di un’amica che ci accompagnava in città la domenica. Non si fermò. Piansi. La mamma mi disse che probabilmente non mi avevano vista. È sempre stata la versione ufficiale. In realtà le mie amiche erano arrabbiate con me, perché avevo raccontato in casa che mi toccava passeggiare in centro da sola, perché loro andavano in discoteca a ballare, la domenica pomeriggio e siccome a me non lo permettevano, non andavo. Poi ho capito che lo facevano di nascosto, quando la mamma ne parlò con le altre mamme e mi rese oggetto di ostracismo. 

Al liceo ho beccato l’unica classe in cui non ci salutiamo nemmeno se ci incrociamo per la strada. Eravamo 28, abbiamo finito in 13, così occupati a studiare e non farsi bocciare che ci siamo dimenticati di diventare amici, non abbiamo mai legato. Il babbo non voleva che studiassi biologia, secondo lui avrei dovuto fare l’avvocato e l’estate prima dell’iscrizione all’Università abbiamo litigato così tanto e ferocemente che una sera ho avvertito distintamente il mio cuore andare in pezzi e ho messo un muro tra me e lui, muro che non sono più riuscita a eliminare. Il giorno prima della scadenza mi gettò i soldi sul letto e mi disse “Fai come cazzo ti pare, ma ricordati le mie parole, farai la disoccupata”. Ogni tanto ancora esclama “eh, se tu avessi fatto l’avvocato”. Per quarant’anni ho vissuto come se qualcuno mi avesse tenuta strizzata tra il pollice e l’indice della mano, non respiravo, ho solo guardato a quello che dovevo fare, diplomarmi, laurearmi, sposarmi, lavorare, fare figli, accudire la casa. Che manca nella lista? Manco io. Mi sono dimenticata di me. Ed eccomi qui, a guardarmi le mani asciugarmi le lacrime, sola al buio, sempre alla ricerca di approvazione, sempre alla ricerca di conferme, sempre, sempre sempre. Perché quello che mi è mancato più di tutto è sentirmi amata per come sono e non per come avrei dovuto essere. Evidentemente sbaglio qualcosa, non sono brava, non lo sono mai.